Cambiamento

V.U.C.A. è l’acronimo che spiega il bisogno di cambiamento descrivendo l’instabilità, l’incertezza, la complessità e l’ambiguità del contesto in cui viviamo. Il tessuto imprenditoriale italiano che sembra arrancare e non trovare “il bandolo della matassa” ha l’occasione di generare valore all’interno di questo ecosistema. 

In che modo? Utilizzando il dubbio come strumento per sperimentare il cambiamento ed immaginare nuove soluzioni.

Scegliere quale direzione prendere per raggiungere l’obiettivo prefissato può non essere così facile; molto spesso la difficoltà percepita dall’azienda deriva dalla complessità crescente del sistema in cui opera. Possiamo immaginarci questo percorso come una serie di punti da collegare e il modo in cui li colleghiamo può determinare l’effettiva crescita aziendale.

A questo servono il Design Thinking, la Teoria del Cambiamento, il Pensiero Sistemico e lo Storytelling integrati in un percorso di crescita con e per la Sostenibilità

Ma è facile trovare in azienda molti ostacoli al cambiamento, ostacoli che è compito dell’imprenditore, cioè colui che ha la Visione, rimuovere e superare.

Gravità

La gravità aziendale è una forza nascosta che agisce contro il cambiamento e che tiene schiacciate le persone su un terreno familiare, che è provato e conosciuto, piuttosto che lanciarli liberamente verso l’innovazione. 

La gravità aziendale è un prodotto della visione del mondo e dei processi, dei sistemi e delle strutture che proteggono il modello di business perché “abbiamo sempre fatto così”

La gravità aziendale spinge le risorse a mantenere e idolatrare ciò che è percepito – oggi – come la fonte del successo aziendale – di ieri.

Anticorpi

Il sistema immunitario del corpo respinge e combatte sostanze perché estranee ma non necessariamente nemiche. È una risposta spontanea ma incredibilmente ben organizzata. 

In modo analogo, le organizzazioni possono rifiutare e combattere il cambiamento della loro cultura, anche quando i leader stanno guidando attivamente il cambiamento (in triste solitudine). 

Può non esistere una resistenza esplicita al cambiamento ma le persone non apporteranno modifiche al modo di agire se si sentono minacciate da tali modifiche.

Miopia

La miopia aziendale impedisce ai manager di vedere il valore nelle innovazioni, compresi i metodi a supporto della creatività per il cambiamento come il DesignThinking, la Teoria del Cambiamento, il Pensiero Sistemico e lo Storytelling. 

I manager di successo pensano di sapere cosa vuole il “cliente” e cosa avrà successo sul mercato. La proposta di un’innovazione rivoluzionaria in un prodotto o in un processo può minacciare l’autostima di un dirigente o non adattarsi alla sua comprensione di ciò che è prezioso o non è conforme alla strategia aziendale.

Empatia (la mancanza di)

È una capacità che si affina con la pratica. Occorre sospendere ogni giudizio. Ascoltare e osservare. È il cuore della strategia: se non capiamo cosa le persone vedono, sentono ed esperiscono, la strategia perde senso e significato. E la comunicazione non può generare quel coinvolgimento e quella persuasione di cui l’innovazione ha bisogno per affermarsi.

Quindi ciò che troppo spesso trovo nelle aziende è il futuro temuto come un buco nero, il compromesso reso metodo, l’emergenza promossa ad alibi, il pregiudizio come unica posizione, il protagonismo promosso a funzione, l’autocensura usata come autodifesa, la fiducia descritta come una chimera, l’incubazione definita uno spreco, la creatività messa in rima con futilità, l’errore vissuto come un fallimento, mentre lo status quo è rassicurante. Infine il talento che indispone come il mal di testa.

Ma tutto ciò si può superare, con un lavoro graduale e metodico. Con una strategia di innovazione che fa del beneficio comune la road map verso il futuro.

Ne parliamo insieme?