Nel mio ruolo d’impollinatore metto a sistema competenze diverse di persone diverse con l’ambizione di generare Prosperità per le Persone e per il Pianeta, attraverso i S.A.T. for good fatti di collaborazione interdisciplinare, verticale e coesa che dà priorità all’equità, all’inclusione e alla dignità che danno forza trasformativa alla cultura “for good”.
Quando veniamo chiamati per collaborare con altre organizzazioni nello sviluppo di una strategia di sostenibilità affianchiamo l’organizzazione nell’elaborare e guidare un processo strategico che fa degli SDG la stella polare, combinandoci come team multidisciplinare ad hoc.

I S.A.T. for good servono per testare, promuovere e creare da zero una strategia e un nuovo modello di business, producono valore e lo rendono accessibile attraverso misurazioni d’impatto, rendicontazioni e narrazioni della strategia; si integrano nei processi di gestione, trasferendo competenze, sanno ideare prima e creare poi. Per questo sono remunerati, perché generano valore.
Il contributo che diamo serve a fare emergere l’evoluzionismo, valorizzando le competenze positive e i talenti nascosti che con le loro decisioni possono agire in modo dirompente nella strategia; superare il negazionismo del team che non comprende la natura del problema e pensa che una strategia di Sostenibilità sia solo una seccatura o un obbligo da adempiere; superare l’evitazionismo di chi pensa che il problema esiste, ma sia altrove, riguarda altri, è troppo oneroso, troppo difficile e faticoso da affrontare; superare il camaleontismo di chi sa che il problema esiste ma finge di affrontarlo.